Esame CVC

Campo Visivo Computerizzato

Il campo visivo è la porzione di spazio che un occhio immobile riesce a percepire davanti a sé. Normalmente il campo visivo si estende: 60° nasalmente, 50° superiormente, 90° temporalmente e circa 70° inferiormente. Nel campo visivo normale si può evidenziare, circa 10° – 20°

temporalmente alla fissazione, un’area cieca (la cosiddetta “macchia cieca”), che corrisponde alla proiezione spaziale della papilla ottica priva di fotorecettori. L’esame è di facile esecuzione, non invasivo e richiede solo un po’ di attenzione e collaborazione. Il paziente viene posto al davanti di una semicupola illuminata tenuemente e gli viene richiesto di fissare davanti a sé una mira centrale. Deve inoltre prestare attenzione a premere un pulsante ogni volta che compare uno stimolo luminoso puntiforme di grandezza ed intensità variabile.

CVC: esame oculistico fondamentale per alcune patologie

Un’alterazione del campo visivo (difetto campimetrico) è quindi una modificazione più o meno estesa e/o più o meno profonda della sensibilità retinica in quella determinata area e viene definita scotoma. Il campo visivo è un esame fondamentale per lo studio della patologia glaucomatosa e il monitoraggio dell’eventuale progressione subclinica della malattia. Pertanto, la campimetria computerizzata deve essere effettuata periodicamente (da 3 mesi ad 1 anno a seconda della valutazione dello Specialista) e confrontato con i precedenti.

Quando effettuare il Campo visivo computerizzato

L’esecuzione del campo visivo computerizzato è inoltre particolarmente importante nello studio di patologie neuroftalmologiche quali infiammazioni tossiche o metaboliche delle vie ottiche, patologie ischemiche cerebrali, neuriti e patologie demielinizzanti.